«Sulla superficie o sul fondo della nostra lingua sciama da qualche tempo un drappello di parole nuove non nell’aspetto, ma nel modo in cui vengono usate». Sviluppo, sessualità, comunicazione, informazione, progresso e identità sono solo alcune delle “parole di plastica” analizzate in questo saggio. Ivan Illich, per anni legato all’autore da un sodalizio intellettuale, preferiva chiamarle “parole ameba”, come i noti esserini amorfi e cangianti. Coniugando il rigore della ricerca con una serie di metafore ed esempi esplicativi ora divertenti, ora spiazzanti, Pörksen ripercorre la storia di questi vocaboli, caratterizzati come la plastica da una plasmabilità infinita e da una stereotipia consolidata.Sviluppo, sessualità, comunicazione, informazione, progresso e identità sono solo alcune delle “parole di plastica” analizzate in questo saggio. Ivan Illich, per anni legato all’autore da un sodalizio intellettuale, preferiva chiamarle “parole ameba”, come i noti esserini amorfi e cangianti.